Da qui vedete scorrere il canale di Savena che inizia dalla Chiusa di San Ruffillo il suo corso e che, prima di entrare in città a porta Castiglione, azionava quattro mulini (Foscherari, trasformato in cartiera, Parisio, Frino e Castiglione detto anche della Misericordia) e tramite diverse chiaviche forniva acqua per l’irrigazione degli orti e per il riempimento dei maceri. In città serviva svariate attività fra cui, in particolare, quelle dei tintori di seta e dei panni di grana, dei pellacani e dei cartolari.
Superati i ponti di via Toscana e della linea ferroviaria Bologna-Firenze, da via del Pozzo il canale svoltando a sinistra raggiunge il parco fiancheggiante via Corelli, che percorre longitudinalmente dirigendosi verso il mulino Parisio in via Toscana.
Dopo aver attraversate le vie Toscana e Murri, il canale prosegue, coperto, fra le attuali vie Varthema, via delle Armi e via Siepelunga.
Oltrepassata via di Frino – nome riferito all’antico mulino, attualmente adibito a civile abitazione – il canale attraversa i Giardini Margherita.
Uscendo dai Giardini, il canale sottopassava longitudinalmente la chiesa di Santa Maria della Misericordia.
Entrato in città, alla confluenza fra le vie Castiglione e Orfeo il canale si biforca: un ramo prosegue lungo via Castiglione, l'altro principale chiamato Fiaccacollo per la notevole pendenza, imbocca via Rialto. Alla confluenza con via Castellata, nel 1341 sul Fiaccacollo fu edificato il primo filatoio idraulico per seta. Il canale continua, formando in passato il fossato difensivo della seconda cerchia muraria – realizzata nell’XI secolo, lungo le attuali vie Guerrazzi, piazza Aldrovandi (già Seliciata di Strada Maggiore), via Giuseppe Petroni (già detta dei Pelacani per le lavorazioni e la concia delle pelli, comprese quelle dei cani e dei gatti, qui attive), Largo Respighi e via delle Moline dove si immette nel torrente Aposa.