Il 6 luglio del 1879 i Giardini Margherita, attraversati ancora oggi da un tratto scoperto del Canale di Savena, vengono aperti al pubblico. Uno dei motivi di attrazione di questo splendido parco era la cascatella (fig. 1), della quale oggi non esiste più traccia, collocata sul confine orientale all’incrocio dei due corsi d’acqua che interessano i giardini ovvero il Canale di Savena e la Fossa Cavallina (fig. 2). Se il canale artificiale derivato dal torrente Savena in parte scorre ancora oggi a cielo aperto, il rio naturale della Fossa Cavallina è stato invece a più riprese coperto del tutto. Unico segno della sua presenza è la piccola costruzione del Paraporto Frino che vedete qui di fronte. All’interno del fabbricato, situato in via Cavallina, si trova lo strumento di regolazione della paratoia (fig. 3), manovrata secondo necessità idrauliche dal reparto tecnico di Canali di Bologna allo scopo di scaricare parte dell’acqua del Canale di Savena all’interno della Fossa Cavallina. Oltre a questo corso d’acqua naturale il canale incrocia, poco più a monte, un altro rio chiamato Grotte. In corrispondenza degli "incroci" tra questi rii naturali e il Canale di Savena sono stati posti questi utili strumenti di regolazione denominati paraporti che fungono da scaricatori di fondo capaci di liberare l'alveo del canale da depositi indesiderati, quali detriti e ghiaie o da eccessi di portata dovuti a forti precipitazioni cadute sulla collina.

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