Questa apertura nella parete occidentale dell'Opificio delle Acque si affaccia sul canale di Reno e sulle quattro paratoie che consentono di regolarne il livello. All'interno dell'Opificio si trova infatti il locale utilizzato dal reparto tecnico di Canali di Bologna per la movimentazione dei dispositivi che consentono di regolare l’altezza dell’acqua. La paratoia che potete notare all'estrema destra è invece solamente utilizzata per l’eventuale messa in funzione della ruota idraulica visibile all'interno dell'Opificio delle Acque, un tempo Opificio della Grada, attivo dal 1683 al 1841 come conceria e in seguito come mulino da grano e pilla da riso.
Lateralmente si notano due archi (sfioratori) dai quali, nel caso il livello si alzi oltre il limite di sicurezza, una parte dell’acqua viene deviata in un condotto secondario (scarico di sfioro) e così facendo portata a valle del fabbricato, dove poi si unisce al canale principale superando lo sbarramento delle paratoie.
L'edificio viene restaurato a partire dalla metà degli anni novanta e, in occasione dell’inizio degli interventi, vengono aggiunte le due nuove paratoie visibili sulla sponda destra del canale. Il fabbricato oggi è sede di Canali di Bologna che nel 2020, dopo un intervento di recupero dei locali al pianterreno, ha aperto il Centro didattico documentale - Opificio delle Acque.
Un’immagine dall’archivio di Canali di Bologna mostra la condizione dell'edificio e dell'affaccio precedente agli interventi di conservazione (fig. 1). La piccola finestra compare già in un’immagine in bianco e nero scattata da un anonimo fotografo e probabilmente risalente alla fine del XIX secolo della collezione Fausto Malpensa (fig. 2). In questa foto, oltre al finestrino, si notano alcuni ragazzi che fanno il bagno nel canale sotto il ponte della Grada: questo tratto è tornato visibile solo il 9 maggio 2004, grazie a un intervento di valorizzazione e di riscoperta del reticolo idraulico cittadino finanziato e progettato dalla Cooperativa Edificatrice Ansaloni su richiesta del Consorzio (fig. 3).
In una foto più recente della seconda metà del Novecento (fig. 4) il finestrino è completamente occultato da cartelloni pubblicitari che impediscono di vedere il canale, il quale anche dal lato opposto, risulta ancora invisibile in quanto coperto dall’asfalto.