Oltre a questo cancello si può ammirare l’ex Casa del Custode dove è collocato un paraporto la cui costruzione ha come primo riferimento un disegno acquerellato realizzato fra tardo ‘500 e inizio ‘600 dall’architetto Pietro Fiorini (fig. 1). La funzione del paraporto è quella di riportare nel torrente l’eccesso d’acqua del canale, ma anche di scaricare tramite la potenza dell’acqua la sabbia e la ghiaia depositati sul fondo, perciò si dice scaricatore di fondo

Questo fabbricato non più abitato dal custode della chiusa dal 2002 (fig.2), su decisione del Consorzio della Chiusa di San Ruffillo e del Canale di Savena, è stato oggetto di un importante intervento di recupero terminato nel 2023. 

Il restauro conservativo dell’ex Casa del custode è stato realizzato con l’obiettivo di preservare le antiche strutture come patrimonio culturale della città. Il completo rinnovamento di tutto il complesso di manufatti, dedicati alla partizione dell’acqua fra il torrente Savena e la città, e la realizzazione di una nuova passerella che collega la ex Casa del Custode alla chiusa e ai suoi paraporti di manovra, permettono di evidenziare la presenza dei canali come bene comune per tutti i cittadini. La rinnovata ex Casa del custode si propone di approfondire il legame tra lo sviluppo urbano di Bologna e il mantenimento delle antiche strutture idrauliche, che tuttora garantiscono il funzionamento del reticolo dei canali. Un luogo oggi destinato a visite guidate, iniziative culturali, espositive e didattiche, dedicate alla conoscenza della storia e dell’attualità dei Canali di Bologna. Un dono per tutta la comunità.

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