Fin dalla sua edificazione, in questo tratto compreso tra Porta San Felice e Porta Saragozza, la “Grada” rappresenta la porta d’accesso delle acque del canale di Reno. In questo punto vennero costruite due grate di ferro per fermare il passaggio di grossi materiali portati dalla corrente, ma anche per impedire introduzioni clandestine di merci e di persone all’interno della cinta muraria.

Nel tempo pare che l’importante compito di sovrintendere all’apertura e alla chiusura della Grada, soprattutto in occasione della secca manutentiva, era affidato al guardiano incaricato dal Consorzio della Chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno, che applicava alla grata, da cui prendono il nome l’Opificio e la via limitrofi, un pesante lucchetto attualmente ancora custodito presso l’Opificio, sede di Canali di Bologna.

Nel Quattrocento venne dipinta sull’arco di mura attiguo al “Battifredo della Grada” una Madonna con un Bambino, conferendo al luogo anche un significato religioso infatti nel 1632 fu costruita la chiesa di Santa Maria e San Valentino della Grada sul preesistente torresotto di controllo dell’accesso dal canale alla città, inglobandolo al suo interno. 

Dall’abbattimento delle mura avvenuto nel 1902, il Battifredo non è più facilmente accessibile ed è stato restaurato nel 1980. Attualmente ospita ancora due interessanti sopravvivenze ossia i due organi di sollevamento di quelle pesanti griglie, ognuno costituito da un vitone di legno e fatto salire e scendere verticalmente da una madrevite anch’essa di legno. Questi vitoni ricordano i torchi da vino e da stampa, e sono stati impiegati anche per le paratoie lungo il canale. Sono presenti anche travi travi perfettamente squadrate. È verosimile che servissero per chiudere o limitare l’entrata dell’acqua del canale in città.

Dopo i lavori di copertura del canale di Reno negli anni cinquanta del Novecento, questo tratto del canale Reno, rivide la luce il 9 maggio 2004. La recente riapertura del tratto di canale interno alle mura, dopo secoli di ripetute coperture, è stata un’azione straordinariamente simbolica in vista della successiva valorizzazione della rete dei canali storici cittadini.

0:25 / 9:33 Ricostruzione in 3D del Canale di Reno a Bologna nel XVII secolo

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