A partire dagli anni novanta si registra un crescente e rinnovato interesse nei confronti dei canali cittadini, si assiste a un’inversione di rotta attraverso un progressivo piano di recupero degli stessi. I canali non vengono più visti come fognature a cielo aperto da nascondere, ma come parte integrante della città da valorizzare grazie a concreti interventi di tutela e valorizzazione.

Una delle azioni che ha portato alla riscoperta di questo sistema di vie d`acque cittadine è stato l’evidente recupero degli affacci dai ponti sul tratto non interrato del canale di Reno, all’interno degli isolati fra i retri delle case parallele a via Augusto Righi e via Bertiera, da via Malcontenti a via Oberdan.

Il progetto di ripristino e di valorizzazione, da qui visibile, prevedeva la demolizione dei vespasiani e dei paramenti di via malcontenti che andavano ad oscurare il canale per lasciare il posto a parapetti in mattoni a vista che consentono tutt’ora l’inaspettato punto di vista e scorcio sul canale di Reno. 

Il nuovo manufatto su cui ci si affaccia risulta leggermente degradante ai lati, un riferimento al ponte anticamente detto dè Preti e successivamente Malcontenti  (da originedibologna.it “non perchè passassero di qui i condannati a morte che andavano alla Montagnola per subire la loro pena, ma perchè vi abitò la famiglia Malcontenti, che esisteva ancora nel 1660”) che ancora oggi sorge sul canale e  sotto il quale si passa durante le visite nei sotterranei, organizzate a ottobre, da canali di bologna (per info: prenotazioni@canalidibologna.it). 

Sulla sinistra in basso si può notare una vecchia leva in ferro collegata ad una chiavica posta nel muro sottostante: condotto sotterraneo che serviva per derivare e distribuire l’acqua del canale principale al servizio di opifici in zona.

Questo tratto del canale di Reno fino a via Oberdan è stato anche oggetto di un progetto di illuminazione artificiale site-specific visibile dai vari affacci tutti i giorni al calar della luce. L’interevento di valorizzazione notturna fu curato dall’architetto Giordana Arcesilai e sostenuto grazie ai contributi volontari versati dai visitatori durante le iniziative promosse da Canali di Bologna.

In occasione di eventi di piena, lavori di manutenzione straordinaria e della secca manutentiva a ottobre il canale appare senz’acqua.

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